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martedì 20 gennaio 2009

Le cellule staminali contro la cecità corneale

Un nuovo intervento chirurgico anti-cecità è all’esame di un team di scienziati scozzesi di Edimburgo e Glasgow, pronti ad avviare uno studio sull’impiego di staminali adulte in una ventina di pazienti con cecità corneale: una condizione che interessa milioni di persone nel mondo, per l’80% anziani.

"Osserviamo due o tre nuovi casi di cecità corneale ogni mese - calcola Bal Dhillow del Princess Alexandra Eye Pavillon di Edimburgo, coordinatore del trial condotto in sinergia con il Gartnavel General Hospital di Glasgow - Su larga scala si tratta di un grosso problema", dice.

La tecnica sperimentale prevede l’impiego di staminali adulte prelevate da donatore cadavere, che verranno coltivate e quindi trapiantate sulla superficie della cornea dei pazienti. Dhillow si dice orgoglioso di prendere parte allo studio, "il primo del genere mai condotto nel mondo", precisa l’esperto. I medici scozzesi sperano di bissare il successo ottenuto in settembre da un’equipe americana. In studi condotti dall’università della Pennsylvania, ricorda infatti la Bbc online, pazienti con cecità congenita hanno mostrato significativi miglioramenti della capacità visiva dopo l’iniezione di un gene correttivo negli occhi.

sabato 10 gennaio 2009

I farmaci per curare il morbo di Alzheimer aumentano il rischio di morte dei pazienti!

L’utilizzo a lungo termine dei potenti farmaci impiegati per lenire gli effetti del morbo di Alzheimer aumenta il rischio di morte dei pazienti. Lo riporta uno studio britannico pubblicato sulla rivista Lancet Neurology.

Gli scienziati del King’s College di Londra hanno monitorato dall’ottobre 2001 all’ottobre 2004 l’evolvere della malattia di 128 pazienti con il morbo di Alzheimer, in età compresa tra i 67 e i 100 anni, che vivevano in strutture di assistenza. Alla metà dei pazienti sono stati somministrati farmaci antipsicotici, all’altra metà un semplice placebo. Dopo un anno, le possibilità di sopravvivenza tra i pazienti del primo gruppo erano del 70%, contro il 77 % del gruppo placebo.

Ancora più inquietante il gap dopo due anni: chi assumeva farmaci ha visto il tasso di sopravvivenza scendere al 46 %, contro il 71 % del gruppo placebo. Dopo tre anni, il divario si è ulteriormente accentuato, con solo il 30 % del primo gruppo che è riuscito a sopravvivere, contro il 59 % del secondo. Segno, sono convinti gli scienziati, che l’uso per più di alcuni mesi degli antipsicotici comporta effetti collaterali insostenibili: "Si registra un deciso aumento del rischio a lungo termine della mortalità nei malati di Alzheimer che hanno assunto antipsicotici", si
legge nel documento finale della ricerca, scritto da Clive Ballard, uno specialista dell’invecchiamento al King’s College.

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