
New York - Due studi recenti offrono nuove speranze per la cura del morbo di Parkinson, attraverso una terapia genetica e un farmaco che potrebbe bloccare il male incurabile nella sua fase di sviluppo primario. I due studi, in fase preliminare, seguono approcci innovativi per la cura della devastante malattia di degenerazione cerebrale, che colpisce milioni di persone nel mondo. Nella procedura per la cura genetica, il dottor Michael Kaplitt del New York Presbiterian Hospital Weill Cornel Medical Center ed i suoi colleghi, hanno usato un virus inoffensivo chiamato virus adenoassociato per trasportare un nuovo gene nel cervello di 11 pazienti volontari affetti dal morbo di Parkinson. Il risultato è stato confortante. Si sono, infatti, registrati dei miglioramenti complessivi del quadro clinico dei pazienti, con una consistente riduzione dei sintomi, nel 27% dei casi, e benefici duraturi (per alcuni pazienti fino a quattro anni dopo il termine della cura). In un altro studio pubblicato sulla rivista Science, una squadra del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School ha detto di aver progettato un farmaco in grado i proteggere i neuroni danneggiati nel Parkinson. Il farmaco blocca l'azione di un enzima chiamato SIRT2, parte degli enzimi coinvolti nel processo di invecchiamento. Questa protezione dei neuroni, dicono i ricercatori, evita che la cellula muoia.