
Jannini lo ha individuato in un gruppo di donne, identificandolo in quello che pare essere un piccolo ispessimento della parete vaginale che ha la funzione di separare la vagina dall'uretra. "Le donne che hanno questo particolare anatomico - ha detto Jannini - sarebbero in grado di avere il cosiddetto "orgasmo vaginale".
"La ricerca è stata eseguita - continua Jannini - chiedendo a un gruppo di giovani donne se avessero mai avuto o meno orgasmi vaginali. Osservando l'anatomia della vagina con l'ecografia transvaginale si è riscontrata una conformazione più ispessita della parete tra l'uretra e la vagina fatta di corpi cavernosi (simili a quelli del pene), della parte interna del clitoride, ghiandole (i "resti evolutivì" della ghiandola prostatica), terminazioni nervose che usano il meccanismo biochimico dell'eccitazione maschile. Ci siamo fatti dirigere per la prima volta dalla donna alla ricerca del punto G. Una ragazza che aveva detto di non aver mai avuto orgasmi vaginali, presentava invece l'ispesimento e dopo lo studio ha compreso di poterne avere".
"Nessuno prima d'ora aveva usato l'ecografia per indagare questo aspetto ancora così poco conosciuto dell'anatomia femminile - continua il ricercatore - e questo la dice lunga sul ritardo culturale sulla sessualita' femminile. Sul punto G abbiamo preferito un dibattito fatto di opinioni e non di scienza, io stesso ho tenuto per due anni i miei risultati nel cassetto prima di pubblicarli".
"Per approfondire e confermare questi dati è necessario un attento esame istologico sulla natura cellulare della zona interessata". L'equipe di Jannini in parte lo sta già facendo con alcune indagini sull'effetto del testosterone, da sempre associato anche nelle donne a maggior desiderio sessuale, sull'anatomia di questa struttura.