venerdì 29 febbraio 2008
Come difendersi dalle vipere
E' anche sbagliato farsi prendere dal panico ogni volta che si vede un serpente: nella maggior parte dei casi si tratta di una innocua biscia. Per una prima superficiale distinzione e' sufficiente osservare il capo e la coda dell'animale: la testa della vipera ha torma triangolare con muso rialzato (tranne che nel marasso), mentre quella della biscia ha forma ovale
La coda della vipera e' corta, tozza e termina a punta, mentre quella della biscia e' lunga e va assottigliandosi gradatamente. Tuttavia esistono numerose altre caratteristiche che consentono di distinguere una biscia da una vipera.
Se, nonostante le precauzioni, accade di essere morsi da un serpente che fugge prima di poter essere identificato occorre esaminare con cura l'impronta lasciata sulla pelle dai denti del rettile. Il morso prodotto da una vipera presenta, infatti, 2 caratteristici forellini rossi distanti tra loro circa 1 centimetro, provocati dai denti del veleno. Questi, situati sulla mascella superiore sono lunghi, appuntiti, ricurvi e provvisti di un forellino che rappresenta lo sbocco di un canale scavato nel dente e attraverso il quale cola il veleno prodotto in particolari ghiandole situate ai lati del capo.
Normalmente i denti del veleno sono ripiegati sotto il palato con la punta rivolta all'indietro ma, quando l'animale spalanca la bocca per mordere, i denti si raddrizzano e i muscoli delle guance, contraendosi, premono le ghiandole velenifere dalle quali fuoriesce il veleno che attraverso il canale scavato nel dente, cola nella ferita. Il morso provoca subito un acuto dolore seguito da gonfiore della parte colpita. In seguito compaiono sintomi piu' gravi quali vomito, diarrea, abbondante sudorazione, senso di abbattimento e di torpore dovuti al calo della pressione e sete intensa. Siccome il veleno non va direttamente nel sangue ma passa prima nella linfa e da qui nella circolazione sanguigna, tanto piu' rapidamente quanto maggiori sono i movimenti, in attesa del medico o del ricovero in un centro ospedaliero, e' opportuno restare fermi, sedersi o sdraiarsi e comunque non camminare, e ritardare la diffusione del veleno immobilizzando con una stecca tutto l'arto colpito bendandolo con una fascia di tela larga e robusta. Si puo' iniziare la fasciatura poco al di sopra della ferita, procedere verso il basso e quindi risalire verso l'alto.
E' bene inoltre cercare di raffreddare la parte colpita applicando, se disponibile, ghiaccio oppure immergendola in acqua fresca o applicando compresse bagnate. Il freddo infatti oltre a rallentare la circolazione sembra contribuisca a rendere meno dannoso il veleno. E' bene inoltre non ingerire bevande soprattutto alcoliche che sarebbero controproducenti in quanto, accelerando la circolazione del sangue, favoriscono la diffusione del veleno.
Esiste anche un apposito siero (siero antiofidico) il cui uso tuttavia e' bene lasciarlo al medico in quanto puo' dare delle reazioni allergiche che solo personale specializzato e' in grado di prevedere ed eventualmente curare.
Il numero delle persone morsicate dalle vipere e' da qualche tempo in aumento in tutta l'Italia in quanto il numero di questi rettili e' andato progressivamente crescendo. Le cause di tale incremento vanno, come sempre, imputate all'uomo che ha compromesso l'equilibrio ecologico di intere regioni sia sterminando i nemici naturali delle vipere e cioe' gli uccelli rapaci (il biancone, la poiana e i rapaci notturni) e molti mammiferi (la martora, la faina, la donnola, il tasso, il riccio, ecc.) sia abbandonando le campagne e lasciando quindi vari terreni incolti che forniscono un ottimo habitat per le vipere.
Le previsioni per il futuro non sono rosee: infatti l'aumento massiccio dei topi che si sta verificando in tutto il mondo e in tutti gli ambienti favorisce una ulteriore moltiplicazione delle vipere che in essi appunto trovano un ottimo cibo.
Per quanto pericolose le vipere nostrane appaiono quasi innocue se paragonate a quelle viventi nei Paesi tropicali quali la vipera del Gabon, il serpente a sonagli e il cobra reale il cui morso provoca ogni anno la morte di migliaio di persone.
giovedì 28 febbraio 2008
La seta dei ragni
calze tessuti in seta di ragno. Ancora più antica è l'utilizzazione del filo di seta di ragno per il cucito, in alcune zone della Cina.
Nel Madagascar e nell'Africa orientale tropicale vive un ragno da seta la cui tela ha un diametro che raggiunge quasi i due metri.
Le zampe della femmina adulta hanno la notevole apertura di 12 centimetri. Nonostante queste grandi dimensioni fornisce seta con un diametro di 7 millesimi di millimetro, la piu' fine seta naturale utilizzabile praticamente. Questo filo è tanto sottile che se avesse la lunghezza dell'equatore non peserebbe nemmeno due chili. Altre ghiandole di questo stesso ragno forniscono una fibra piu' grossa, anch'essa utilizzata.
Per quanto concerne la resistenza, la seta di ragno non e' da meno di quella autentica, fornita dal baco da seta; per elasticita' le e' anche superiore. I tessuti in seta di ragno si distinguono per bellezza e durata. Avrebbero senz'altro soppiantato i tessuti in vera seta in tutto il mondo se il prezzo proibitivo non ne ostacolasse la diffusione su larga scala.
I bachi da seta si possono facilmente allevare in grandi quantita'. Se quotidianamente vengono riforniti della necessaria quantita' di fogliame sono soddisfatti. Chi avrebbe voglia di acchiappare ogni giorno le mosche necessarie a un allevamento di ragni? Per evitare quest'operazione, tanto dispendiosa in termini di tempo, si raccolgono i filati di ragno e i bozzoli delle uova all'aperto oppure si catturano le femmine adulte e si estrae loro il filo dal corpo. Nelle aziende più avanzate ci si serve a tal fine di un apparato semplice e ingegnoso: circa una dozzina di ragni vengono fissati l'uno accanto all'altro in una struttura a riquadri; ognuno viene posto sullo spigolo di certe assicelle e la vita snella viene incastrata abbassando un apposito legno scorrevole. Sono a questo punto bloccati e indifesi uno vicino all'altro e devono accettare tranquillamente che vengano loro toccate le filiere, operazione nella quale il filo aderisce al dito e puo' quindi venire raccolto. I fili di tutti i ragni vengono uniti in un unico capo che viene fissato a una spoletta. Questa ruota lentamente finche' la provvista di seta e' esaurita. In una seduta di questo tipo si possono raccogliere circa 300 metri di filo, si lasciano quindi gli animali nuovamente in liberta' all'interno di un giardino: li si potra' ricatturare dopo qualche tempo e mungerli ancora con successo.
Da una femmina adulta si ottengono cosi', in varie sedute, complessivamente circa due chilometri di filato di seta. E' una prestazione considerevole.
Il processo e', tuttavia, troppo complicato perche' possa affermarsi su larga scala. I vestiti in seta di ragno restano un sogno inesaudito delle donne.
mercoledì 27 febbraio 2008
Come si mantiene fresco il corpo?
Quando la Temperatura esterna sale, ben due milioni di ghiandole sudoripare vengono attivate e rispondono ai segnali che giungono loro dal cervella. Avviene cosi il processo della sudorazione.
Malgrado possa risultare spiacevole per il cattivo odore che talvolta provoca, la sudorazione e un processo essenziale per il nostro organismo che solo cosi riesce a regolare in modo preciso e continuo
Controllato dall’ipotalamo, una regione del cervella che, oltre ad altre funzioni, svolge anche quella di vero e proprio termostato del nostro organismo, il sudore raffredda il corpo evaporando velocemente appena raggiunge l'epidermide. Cosi facendo, sottrae calore e lo disperde nell'aria circostante. Proprio come continuiamo a respirare senza quasi mai accorgercene, allo stesso modo traspiriamo continuamente, di solito senza saperlo, perche’ il sudore e’ sotto forma di vapore.
Questo fenomeno, che si chiama traspirazione insensibile e serve ad adeguamenti minimi della Temperatura, puo’ provocare la perdita di quasi O,7 litri di liquido al giorno. Il Tipo piu’ evidente di sudorazione si chiama invece traspirazione sensibile. Quando cuciniamo a rimaniamo a lungo all’aperto in una giornata calda, la Temperatura del nostro corpo comincia a salire. Contemporaneamente alcune terminazioni nervose cutanee registrano questo surriscaldamento; incominciamo rapidamente a sentirci a disagio, il sollievo, sotto forma di sudore, giunge solo quando anche le parti interne dell'organismo iniziano a scaldarsi. A questo punto, le fibre nervose informano l'ipotalamo del mutamento.
L'entità della traspirazione varia da persona a persona. Mentre alcuni individui hanno una sudorazione quasi trascurabile, altri possono eliminare fino a un litro di sudore in un'ora, a seconda dell'attivita'. Chi cerca di dimagrire puo' costringersi a sudare e fa bene: un'attivita' in cui venga eliminato un litro di sudore puo' bruciare fino a 540 calorie.
lunedì 25 febbraio 2008
Fotografato il punto G sulla parete della vagina!
Jannini lo ha individuato in un gruppo di donne, identificandolo in quello che pare essere un piccolo ispessimento della parete vaginale che ha la funzione di separare la vagina dall'uretra. "Le donne che hanno questo particolare anatomico - ha detto Jannini - sarebbero in grado di avere il cosiddetto "orgasmo vaginale".
"La ricerca è stata eseguita - continua Jannini - chiedendo a un gruppo di giovani donne se avessero mai avuto o meno orgasmi vaginali. Osservando l'anatomia della vagina con l'ecografia transvaginale si è riscontrata una conformazione più ispessita della parete tra l'uretra e la vagina fatta di corpi cavernosi (simili a quelli del pene), della parte interna del clitoride, ghiandole (i "resti evolutivì" della ghiandola prostatica), terminazioni nervose che usano il meccanismo biochimico dell'eccitazione maschile. Ci siamo fatti dirigere per la prima volta dalla donna alla ricerca del punto G. Una ragazza che aveva detto di non aver mai avuto orgasmi vaginali, presentava invece l'ispesimento e dopo lo studio ha compreso di poterne avere".
"Nessuno prima d'ora aveva usato l'ecografia per indagare questo aspetto ancora così poco conosciuto dell'anatomia femminile - continua il ricercatore - e questo la dice lunga sul ritardo culturale sulla sessualita' femminile. Sul punto G abbiamo preferito un dibattito fatto di opinioni e non di scienza, io stesso ho tenuto per due anni i miei risultati nel cassetto prima di pubblicarli".
"Per approfondire e confermare questi dati è necessario un attento esame istologico sulla natura cellulare della zona interessata". L'equipe di Jannini in parte lo sta già facendo con alcune indagini sull'effetto del testosterone, da sempre associato anche nelle donne a maggior desiderio sessuale, sull'anatomia di questa struttura.
domenica 24 febbraio 2008
Beelzebufo: la rana venuta dall'Inferno!
Mai nulla di simile era riemerso nell’isola africana: finora si pensava che animali di questa specie, versioni giganti delle odierne "rane cornute", fossero vissuti solo in Sudamerica.
La teoria secondo cui Africa, India e America meridionale erano ancora collegate fino nel tardo Cretaceo, l’era dei dinosauri, prende sempre piu' corpo. Molto probabilmente, la rana gigante del Madagascar, oltre che di insetti e lucertole, si nutriva di piccoli di dinosauro. Di indole aggressiva e famelica, se ne stava immobile aspettando le sue prede e le inghiottiva con la sua enorme bocca.
Gli studiosi le hanno anche dato un nome che già da solo fa venire i brividi: "Beelzebufo" che letteralmente vuol dire "rana venuta dall’inferno".
sabato 23 febbraio 2008
Scienza e tecnologia nel mondo antico
TECNOLOGIA
SCIENZA
venerdì 22 febbraio 2008
Come si esegue un esperimento scientifico?
Attraverso l'esperimento si possono scoprire dei fatti nuovi dai quali nascono, poi, idee nuove. Sono questi fatti che dimostrano se l'ipotesi proposta era corretta oppure sbagliata.
La maggior parte degli esperimenti consta delle seguenti parti:
- ipotesi;
- identificazione e controllo delle variabili;
- uso degli strumenti;
- raccolta dei dati in tabelle o grafici;
- interpretazione dei dati sperimentali;
- conclusioni in accordo con i dati ricavati dall'esperimento.
Uno scienziato non può ritenere valido un esperimento che non conduca agli stessi risultati ogni qualvolta venga eseguito nelle stesse condizioni.
giovedì 21 febbraio 2008
Le sostanze che rendono elastiche le pellicole possono migrare nel cibo!
mercoledì 20 febbraio 2008
Come mai le tastiere dei pc non hanno i tasti disposti in ordine alfabetico?
La disposizione dei caratteri fu decisa nel 1872 dall'inventore stesso della macchina per scrivere, Christopher Sholes. Sembra che la disposizione fosse stata decisa per evitare che le aste delle lettere più utilizzate potessero incrociarsi tra di loro se battute quasi contemporaneamente o a poca distanza l'una dall'altra. Lo strano ordine infatti impedisce una scrittura troppo veloce.
Con la nascita delle prime tastiere elettriche, si cercò di migliorare la disposizione dei tasti. Il tentativo più famoso risale al 1930 ad opera di August Dvorak che per velocizzare la scrittura disegnò le lettere più utilizzate dell'alfabeto inglese nella linea centrale, in modo da stancare meno la mano sinistra e le dita più deboli.
Nei paesi europei la disposizione delle prime sei lettere in alto a sinistra è leggermente diversa: in Italia si è sostituito la w con la z (“qzerty”): le macchine per scrivere e i vecchi Macintosh hanno quest'ordine, mentre i PC hanno adottato la tastiera americana.
martedì 19 febbraio 2008
Nelle pietanze ci sono sostanze chimiche che sfuggono a rilevazioni e monitoraggi
Oltre a diossine e pesticidi, nei nostri piatti si annidano anche sostanze chimiche nocive per la salute. Sfuggono a rilevazioni e monitoraggi poichè non sono sono ancora stati imposti dei limiti o delle regole per il loro utilizzo. Ed a pagarne le spese sono, soprattutto, i bambini. A metterci in guardia è il tossicologo Alberto Mantovani, dell'Istituto superiore di sanità , in occasione del convegno "Prevenzione, alimentazione, nutrizione".
Asma e tumori potrebbero essere scoperti attraverso l'alito
Le patate verdi sono tossiche!
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